Chiappara e le origini della sua borgata

 

Chiappara è un borgo rurale di antica formazione sorto alle porte del castrum di Vittimulo/a, e faceva parte integrante del Castellum, ( in antichità con il termine castellum si intendeva tutto quello che conteneva un territorio; abitanti, villaggi, insediamenti, monti, colline, pianure, campi, fiumi, boschi, animali, castrum … ecc. ).
Alcuni storici hanno asserito che in questa zona, sia nato san Pietro Levita, e che i Bulgaro, gli antichi valvassori dei vescovi conte di Vercelli, che dominavano su Vittimulo prima, e su Salussola dopo, avessero un loro palazzo.
Questa tesi, è in parte avvalorata dal fatto che nel 540, data presunta della nascita del santo, la zona abitata del cantone Casazza di Salussola Monte, dove una leggenda popolare ne colloca i natali, non esistesse ancora, perché Salussola, oltre il perimetro del castrum romano, si sviluppò solo dopo il secoli VIII e IX, in seguito al saccheggio ed all’incendio del Castrum Victimulae.
Di quel periodo storico non ci sono notizie di come si chiamasse questo borgo.
Qui a Chiappara, attraverso scritti riportati, si riferisce del ritrovamento di sepolture ad inumazione con copertura di pietra o tegole di terracotta.
In alcuni documenti degli anni del 1400, appaiono i primi identificativi di Chiappara, riferiti al nome di persona che abitava a Chiappara, o che aveva come cognome Chiappara.
Il cognome Chiappara appare sui registri parrocchiali di nascita, matrimonio e morte già prima degli anni 1600, quindi è da presupporre che il borgo, come in tante altre realtà, abbia preso il nome dai suoi maggiori residenti, magari la patriarcale famiglia Chiappara.
Senza dubbio sono contadine le origini di questo borgo, così com’è delimitato da un lato da declivi collinari, e dall’ altro da una piccola pianura, subito interrotta da una dorsale collinare che separa l’attuale Salussola da Chiappara e San Secondo.
Zona privilegiata alla coltivazione di vite e frutta sui declivi collinari e granaglie e prati sulla parte pianeggiante.
Il borgo, forse anticamente era sotto la protezione di san Giuseppe, come se ne intravede ancora una sbiadita scritta civica.
Contava di un forno comune per la panificazione del pane, un torchio, oramai scomparsi, e di alcuni pozzi artesiani.
Le abitazioni sono le tipiche case di formazione contadina, l’una addossata all’altra, una stanza al piano terreno e l’altra al piano superiore, e attigua la stalla con sopra il fienile.
Alcune di queste abitazioni sono tuttora visibili, e hanno mantenuto la struttura quasi originaria.
All’inizio del borgo, confinante con la strada provinciale Salussola — Dorzano si erge un’abitazione, che dalle sue caratteristiche originarie potrebbero risalire a una dimora signorile.
La strada che costeggia il borgo, ora ridotta a un sentiero interpoderale verso il borgo di Campasso e della Cascina Rana, sulla mappa catastale della zona è chiamata strada della Serra, ed era l’antica via del sale.

Bibliografia

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