In 700 metri di scavo racchiusi 3500 anni di storia Salussolese

Chi l’avrebbe mai detto che Salussola avesse una storia così antica, i più addentro avrebbero detto che iniziava da Vittimulo, ma così non è, perché recenti scavi archeologici lo hanno smentito.
Grazie alla complicità del rinnovo del metanodotto della Snam, Cavaglià – Biella, in regione Aunei-Pugliacco, dagli scavi è emerso un mondo che si pensava fermo al medioevo, invece sono stati rinvenuti reperti e tracce ancora più antiche, dall’età romana, alla celtica, fino all’età del bronzo.
E’ venuto alla luce il vecchio insediamento di Puliaco, il villaggio legato alla pieve di San Pellegrino, San Pallarin o San Pajarin detto in vulgo locale.
Già tra febbraio e marzo 2017 si sono visti i primi indizi, e le scoperte si sono susseguite, una dopo l’altra, in quei 700 metri di scavo.
Se si fosse proseguito oltre la trincea sarebbe emerso tutto il villaggio di Puliaco, ma purtroppo non è stato possibile, e con l’inizio di agosto 2018 tutto è ritornato come prima, e le scoperte di Puliaco sono andate a finire solo sulla carta, in attesa che i posteri abbiano maggiori possibilità economiche per riportarle nuovamente alla luce.
Una scoperta così importante, senz’altro la più importante degli ultimi decenni di tutto il Biellese, non tanto economicamente ma storicamente, è rimasta pressoché segreta per oltre un anno, ma non poteva essere riservata ai pochi, tanto che c’è stata una conferenza stampa di divulgazione ai media, presso il Municipio di Salussola.
La divulgazione ha permesso di apprendere quanto scoperto in quei 700 metri; dalla strada romana, alla medievale con impronte di ruote di carro e solchi d’acqua laterali, alla fattoria con ampi depositi, all’edificio medievale, forse un castrum, ma ancora non ben identificato, con a lato un quadrangolo che potrebbe essere stata una torre, e scostato, forse nel cortile, un pozzo artesiano tardo medievale, che ancora conteneva dell’acqua, a un canale perimetrale la pieve di San Pellegrino e al villaggio, a un insediamento celtico di canalizzazioni per i campi e capanne, con all’interno tracce risalenti all’età del bronzo, e oltre, verso Vigellio dove il terreno crea una leggera ripa, una villa d’impronta romana del IV secolo, con tracce di ciottolato all’interno del cortile.

 

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