L’abitato di Vigellio, Vigelio o Vigilio in alcune vecchie mappe catastali, non risale ad epoche molto antiche: le sue origini sono da collegarsi con la distruzione di Puliaco, sede dall’antica pieve di san Pellegrino, villaggio poco distante, oggi collocabile all’interno del triangolo di cascina Murazze, San Lorenzo ed Aunei Grosso.
Dopo le devastazioni causate dalle guerre tra Guelfi e Ghibellini, Puliaco fu abbandonata dagli abitanti e la stessa pieve trasportata, nel 1413, nella chiesa di santa Maria di Salussola.
E mentre, per i villaggi di San Lorenzo di Puliaco e di San Giovanni di Private tutto finì con le suddette distruzioni, Puliaco ed Arro furono invece ricostruite nelle vicinanze.
Arro mantenne la sua antica denominazione, mentre Puliaco fu ribattezzato col nome di Vigelio, forse dal nome della località terriera o della regione in cui sorse.
La distanza dalla chiesa di san Pellegrino e dal villaggio di Puliaco da quella dell’oratorio di san Bartolomeo e di Vigellio, e la mancanza totale di documenti che provino l’esistenza di Vigellio prima dell’abbandono di Puliaco, sono una conferma che quest’ultimo sia sorto poco lontano dalle rovine di Puliaco, e ne sia la sua continuazione.
Del resto se l’abitato di Vigellio fosse esistito già nel secolo XIV, sarebbe andato distrutto nelle dette guerre di Puliaco, ma non c’è riscontro nei documenti.
Nei primi secoli di vita doveva essere un agglomerato con alcune case, con alcuni cascinali sparsi nella pianura, che nel 1606 formava una comunità di 25 famiglie e di poco più di un centinaio di persone.
Anche il suo oratorio dedicato a san Bartolomeo, non sembra abbia origini anteriori al secolo XVI.