I Bulgaro

I Bulgaro furono un’influente ed estesa famiglia ghibellina, potentissima nel Biellese e nel Vercellese, derivante forse da una ramificazione dei Guala di Casalvolone.
Il ramo principale e più antico risiedette nell’attuale Borgovercelli, originariamente chiamata Bulgaro, da cui prese il nome.
Da Borgovercelli numerose ramificazioni finirono nel Biellese, assumendo il nome della proprietà che ebbero in giurisdizione: Salussola, Trivero, Lessona e Castellengo.
Complessivamente, considerando tutte le diramazioni, ebbero il controllo sulle seguenti terre: Borgovercelli, Cossato, Vinzaglio, Casalvolone, Salussola, Trivero, Volturano, Cavaglià, Dorzano, Cerreto, Montebeluardo (ovvero Mottalciata), Mosso, Masserano, Bioglio, Lessona, Gifflenga, Vianzino, Stroppiana, Roasio, Crevacuore, Valdengo, Larizzate, Lenta, Sandigliano, Olcenengo, Mazzengo, Faleggia, Vallanzengo, Biella, Ausiliano, s. Giovanni da Nono, Quaregna, Candelo, Carisio, Castellengo, Caresana, Serravalle, Prato Celso e Castel d’Awich.
Ebbero anche pedaggi in: Robbio, Palestro, Castel Sant’Evasio; oltre a svariate case e proprietà sparse per il Piemonte.
Capostipite sicuro e comune a tutti i rami fu Oglerio de Bulgaro, contemporaneo del conte di Savoia Umberto Biancamano.
Suo figlio Gisulfo sposò Imilia, secondogenita del conte di Biandrate, nel 1095.
Dal loro matrimonio nacquero Giacomo, Giovanni, detto Ardizzone, e Manfredo, ai quali l’imperatore Enrico V confermò, con un diploma del 18 maggio 1112, i possedimenti di Bulgaro (Borgovercelli), Cossato, Olcenengo e Valdengo.
I fratelli Rainero e Uberto, figli di Giacomo fu Rainero si divisero, alla morte del padre, l’eredità: a Rainero adarono Trivero, Rossiglione, Lessona, ciò che il fu Giacomo comprò in Cossato, Villarboit e Candelo; a Uberto, invece, spettarono Castellengo, Giflenga e Valdengo.
Uberto divenne così il capostipite dei Bulgaro di Castellengo che, successivamente, assunsero il cognome De Castellengo e, sotto la protezione dei Savoia, governarono su questo paese fino agli inizi del 1400, quando, in seguito all’invasione del capitano di ventura Bando da Firenze, furono accusati di tradimento e spodesti dai Savoia.
La famiglia annoverò tra i suoi membri numerosi illustri personaggi, alcuni accertati, alcuni, quasi sicuramente, leggendari.
Tra questi vale la pena ricordare:
San Pietro Diacono diacono, nato verso il 550, uomo intelligente e saggio, amico e consigliere di San Gregorio Magno Papa;
San Giovanni ucciso a Brescia durante le lotte contro l’eresia ariana;
Giovanni Pietro fondatore, il 24 marzo 956, della cappella del castello di Bulgaro, poi santificato e venerato il 7 agosto;
il dottor Giovanni Bulgaro detto Boccadoro, uno dei quattro giureconsulti che l’imperatore Federico Barabarossa nominò alla Dieta di Roncaglia nel 1158.
L’ultimo Bulgaro fu il conte Giovanni Battista, morto a Torino il 15 gennaio 1747.
La famiglia si estinse con Gabriella Teresa, che nel 1748 sposò Accelino Areo Antonio Alliaga Gandolfi di Montegrosso e di Ricaldone.

Federica Delmastro (tesi di laurea aa. 2002-2003)

L’archivio – La documentazione concerne in particolare l’amministrazione dei beni situati nelle località di: Bulgaro (la odierna Borgo Vercelli), Casalvolone, Dorzano, Lessona, Salussola, Vercelli, Vinzaglio e inoltre le chiese di San Giovanni, di Santa Maria, di San Pietro, l’ospedale di Sant’Antonio, tutti in Bulgaro, la prevostura di Santa Maria di Vezzolano, il beneficio di Santa Croce in Sant’Eusebio di Vercelli, le famiglie Pecchio e de Asti.
Sono da menzionare altresì: genealogie e cenni genealogici di famiglie vercellesi, biellesi e piemontesi raccolti da Carlo Giuseppe Bulgaro (prima metà del sec. XVIII); blasonario vercellese con stemmi di antiche famiglie (sec. XVII); abbozzo d’inventario dell’archivio vescovile di Vercelli (1723); affari di Sicilia (1713-1719) con le carte concernenti l’attività al servizio dei Savoia del conte Giovanni Battista Bulgaro, direttore dell’ufficio del soldo in Sicilia; protocolli e minutari notarili (1447-1503 e 1504-1599).
Nell’Archivio di Stato di Biella sono conservati inoltre documenti della famiglia Alliaga Gandolfi di Montegrosso e di Ricaldone (1748-1818).

 

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