Accadeva 20 anni fa ma la storia si ripete o quasi: Discarica, gran ressa al Brianco

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Salussola 1° marzo 2018 – Accadeva 20 anni fa ma la storia si ripete, o quasi: Discarica, gran ressa al Brianco. L’articolo non è nostro ma è de La Stampa di Torino che ringraziamo.
E’ uscita allo scoperto una delle cinque ditte in gara per costruire la nuova discarica. La lombarda [omissis] non solo ha detto che ha scelto la zona del Brianco, ma ha chiesto al Comune di Salussola un «parere preventivo»: se vincessimo noi l’appalto, e facessimo l’impianto lì, sareste d’accordo? Se n’è parlato l’altra sera in Consiglio Comunale (e quindi in pubblico), dove un rappresentante della ditta, [omissis], ha spiegato le meraviglie delle nuove tecniche di smaltimento. La mossa è inconsueta, sia perché la gara non è finita, sia perché i concorrenti, di solito, non parlano dei loro progetti, e tanto meno di fronte a tutti. La [omissis], come ha spiegato [omissis], ha voluto sondare la posizione del Comune: se il sindaco [omissis] fosse stato contrario ad avere impianti in paese, la ditta avrebbe anche potuto ritirarsi. «O comunque ci avremmo pensato – dice l’emissario dell’impresa -: senza il consenso della popolazione, la convivenza è difficile». A Salussola s’è sfondata una porta aperta: nessun contrario, perché i vantaggi economici sono molti, e i disagi pochi. Tutto il Consiglio Comunale, inoltre, un mese fa è stato in Lombardia, dove ha visitato un impianto della [omissis] simile a quello che potrebbe nascere nel Biellese. «E ci ha fatto un’ottima impressione», dice il sindaco. Ma la questione è molto delicata: l’altra sera, il Comune s’è guardato bene dal dare un «parere preventivo» ufficiale, e più volte [omissis] ha detto di non voler «interferire con la Provincia e col Cosrab». Quest’ultimo, avendo bandito la gara, sceglierà il vincitore dopo il 10 marzo (quando verranno aperte le buste con le offerte). La prima è invece chiamata ad autorizzare il progetto definitivo. Il Comune non può decidere nulla, e tantomeno su un progetto che non ha visto e che (in teoria) potrebbe essere scartato dalla commissione. Il rischio era quello di condizionare il Cosrab, e nel codice penale c’è pure un reato (evocato più volte l’altra sera) che si chiama «turbata libertà degli incanti» (o turbativa d’asta). La [omissis] ha fornito ai consiglieri una documentazione molto generica (non è neppure indicato precisamente il sito). Così, salomonicamente, il Consiglio s’è limitato a «prendere atto favorevolmente» dei sistemi usati dall’azienda di Pavia. Nessuna delibera: solo un verbale. [omissis] ha distribuito garanzie a piene mani, e s’è un po’ sbilanciato quando ha detto che il suo progetto «è migliorativo rispetto al capitolato d’appalto». In pratica, prevede la trasformazione dei rifiuti in combustibile: «Così si riempirà meno velocemente la discarica da 500 mila metri cubi». I concorrenti, sicuramente, storceranno il naso: sia per la pubblicità che la [omissis] s’è fatta a Salussola, sia perché tutte le ditte (e non solo quella pavese) sono obbligate a progettare impianti di tipo nuovo. Quello nascente è un «polo tecnologico»: ci saranno macchine per trattare l’immondizia, e per renderla innocua prima di buttarla in discarica. Intanto è ormai certo che quasi tutti i concorrenti hanno puntato sul Brianco: oltre all’azienda lombarda, l’hanno fatto [omissis] (che lo confermò subito) e la [omissis](qui, invece, manca la conferma). In più, ci sarebbe anche una quarta candidata, che probabilmente è la [omissis] la quinta ditta, la [omissis], deve infatti aver scelto la zona di Masserano, perché ha fatto ricorso al Tar dopo l’esclusione dell’area intorno alla discarica attuale. Il Brianco non appartiene solo a Salussola: il territorio è anche di Cavaglià e di Dorzano. E mentre [omissis] spera che anche gli altri concorrenti che hanno puntato su quell’area illustrino i loro progetti, sulla gara d’appalto incombe lo spettro del caso [omissis]: il Tar deciderà mercoledì, e se dovesse dar ragione all’azienda l’appalto si fermerebbe per diversi mesi.

Giuseppe Buffa

(01.03.1998) LaStampa – numero 59

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