Dagli scavi per il metanodotto Snam rinvenuto una parte del villaggio di Puliaco
Dagli scavi per il metanodotto Snam rinvenuto una parte del villaggio di Puliaco. Già sapevamo che lì sotto, in qualche zona tra i campi, c’era l’antico insediamento di Puliaco. Le vecchie mappe catastali hanno i connotati dei toponimi delle regioni di San Pellegrino e di Pugliacco, oramai in disuso e non conosciuti ai più. In regione San Pellegrino, nascosti da un boschetto, ci sono ancora i ruderi della pieve di San Pellegrino di Puliaco, e si sapeva di una regione denominata Pugliacco, ma non dov’era fisicamente ubicato il suo villaggio. Dagli indizi lasciati sui campi dalla arature e qualche breccia di muretto, Puliaco doveva trovarsi all’interno del triangolo formato dalle cascine Murazze, San Lorenzo ed Aunei Grosso. Sono stati gli scavi, per rimodernare e sostituire il vecchio metanodotto della Snam, nei primi mesi del 2017, che hanno evidenziato le prime tracce di un insediamento abitativo. Puliaco, che dai documenti storici si sapeva essere medievale, si è poi rivelato molto più antico, con rinvenimenti di età bronzea, celtica, romana e basso medievale. Abbiamo sempre creduto essere Vittimulo la madre dell’odierna Salussola, ma i ritrovamenti bronzei hanno dato una diversa interpretazione, dobbiamo ricrederci e indicare come Puliaco, toponimo celtico, come la culla, che in seguito al suo spopolamento degli anni del 1300, si è sviluppata formando Salussola e più tardi Vigellio. Dai primi movimenti della ruspa, tra i 50 e gli 80 cm. dal livello di un terreno argilloso, e non alluvionale come si credeva, sono riemersi cumoli di ciottoli, che in seguito all’intervento degli archeologici della ditta Lo Studio srl, incaricata dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la provincia di Biella, si sono rivelati essere una discarica inserita all’interno di un piano ciottolato. Il proseguo ha portato alla luce un largo e doppio ciottolato di pietre di fiume, identificabile con un bivio stradale di età basso medievale, che da un lato entrava e dall’altro proseguiva oltre l’area dello scavo. Sul piano sconnesso del ciottolato, dove in alcune parti erano visibili i solchi dei carri e gli scoli per l’acqua, nei vecchi documenti è descritto come il bivio di strade che dipartivano da Puliaco per Verrone, Salussola e Villanova. Proseguendo negli scavi sono emersi un fattoria e un palazzo di fattura medievale a uso amministrativo e o militare, non è chiara la sua identificazione, forse era l’antico Castrum Puliaci, da me e da altri identificato altrove e poco lontano, all’interno di un boschetto laterale la strada provinciale Salussola Massazza. E’ costruzione possente, quadrangolare, dalle alte e spesse mura sbrecciate. Ma il ritrovamento che ha fatto risalire alla primaria Puliaco è stato il villaggio celtico, che gli scavi, eseguiti al suo interno, hanno fatto rinvenire dei reperti di età del bronzo. Poco oltre, sul declivio di alcun i terreni, un’altra scoperta, una bella villa di età romana.
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