I quattro camposanti
⫸ I quattro camposanti. Il 20 gennaio 1879, il sindaco di Salussola, Masino, relazionava sui cimiteri esistenti sul territorio del Comune di Salussola in una lettera indirizzata al sottoprefetto del circondario di Biella.
” In questo Comune vi sono numero quattro cimiteri corrispondenti alle quattro frazioni o borgate di cui si compone Salussola.
Il primo quello del capoluogo fu trasportato e ampliato nell’anno 1776.
La sua superfice è di 907 metri quadrati, è attiguo alla chiesa parrocchiale e dista di circa 40 metri dalle case abitate del capoluogo.
Detto però è situato al nord e sul declivio del colle Serra sul torrente Elvo, cosicché rimane impedita ogni infiltrazione nei pozzi inservienti il pubblico.
Gli altri tre cimiteri distano di circa trecento metri dagli abitati, furono trasportati ed ampliati dal 1835 a questa parte ed hanno una superfice di mq. 739 quello della frazione Arro; di mq. 894 quello di Vigellio e di mq. 675 quello di S. Secondo.
Tutti e quattro sono recintati da muro ben conservato, ma nessuno è provvisto di camera mortuaria per la custodia dei cadaveri prima che vengano sepolti.
La media annua della mortalità nel Comune basata su la statistica dell’ultimo decennio 1868 – 1878 si è di numero 99 decessi sopra una popolazione di 2200 persone.
[…]
Il cimitero della pieve di Santa Maria Assunta – Il cimitero, oltre ai sepolcri che si trovavano all’interno della chiesa, si estendeva anche davanti e a mezzogiorno della chiesa.
Un cadavere è pure sepolto all’ingresso della sacrestia, ricoperto da una lapide di pietra ormai illeggibile.
Nel 1698 si attesta che davanti il presbiterio si trovava il sepolcro degli ecclesiastici, mentre nelle navate della chiesa vi erano due sepolcri della compagnia del Rosario, due della confraternita di San Nicola, uno degli innocenti, due delle famiglie Bava e Giordanino e un altro nella cappella della Santissima Trinità, già dei Panerio.
Nel 1774, ” visto i gravi inconvenienti che succedono per la cattiva situazione del cimitero della chiesa parrochiale, trovandosi posto a mezzo giorno e ponente di essa e perchè si debba lasciare aperte le porte del medesimo per il necessario accesso alla Chiesa “, il Comune sancì un accordo con il canonico don Giovanni Maria Rondolino per permutare il campo di viti a nord della chiesa, con altri terreni comunali, per trasferirvi il cimitero.
Nel 1775 il cimitero, su mandato del vescovo di Biella Giulio Cesare Viancini, fu trasportato sul lato nord della chiesa e benedetto il 7 gennaio 1776 dal canonico Giuseppe Galateri.
Il nuovo cimitero di Salussola capoluogo – Dalla cronaca del tempo: ” Un cimitero unico per tutte quattro le parrocchie del Comune di Salussola, per fattivo interessamento del Podestà Sig. Clerico Giuseppe, è stato approvato dalla Autorità Superiori.
E così il problema tanto ventilato è stato risolto radicalmente.
Sorgerà in regione Campasso, e precisamente a sinistra della strada Salussola-Cavaglià; difronte alla cascina Riondella.
Secondo il computo del Geom. Borri occuperà una superficie di mq. 6.305.
Una parte di tale area sarà destinata per la costruzione dei loculi e delle cappelle private.
Presto si inizieranno i lavori.
Il Podestà ha pure già pensato di provvedere il carro funebre, e così si eviterà di correre sempre a Cavaglià “.
I lavori per la costruzione dell’attuale cimitero del capoluogo furono posti in appalto il 10 dicembre 1930 dal podestà dottor Giuseppe Clerico.
Il camposanto fu costruito presso l’attuale strada provinciale Cavaglià – Salussola, in regione Riondella, su un’area iniziale di 3.288 mq.
Si presentarono 9 concorrenti e alla fine i lavori furono assegnati al signor Mario Gariazzo di Sandigliano che praticò uno sconto del 20,75%, per una spesa di lire 58.000.
I primi morti ad essere tumulati, e nello stesso giorno del 6 ottobre 1931, furono i coniugi Pozzo Felice e Lebole Maria.
Fu benedetto il 29 novembre 1931 da Mons. Giovanni Garigliano vescovo di Biella.
I tre cimiteri di Vigellio – I primo cimitero di Vigellio fu consacrato dal vescovo Monsignor Goria nel 1637, solo per seppellire i morti, che a causa delle piene dell’Elvo non si potevano trasportare a quello di Salussola Monte.
In quegli anni il cimitero venne profanato, ma non sappiamo se per spargimento di sangue o per altro atto criminoso, di conseguenza venne nuovamente benedetto durante la Visita Pastorale de 1667, nella quale si rinnovò l’ordine che in esso fossero sepolti i defunti del cantone, soltanto quando le piene dell’Elvo impedivano il trasporto dei cadaveri al cimitero della collegiata di Salussola.
Nei decreti di questa stessa visita s’imponeva che “ il cemetero si tenga ben serrato attorno, et alle due entrate si facino le sue grate di legno col cavo sotto che le bestie non vi possino entrare “.
Nel 1670 l’ordine non era ancora stato eseguito e il cimitero era colpito da interdetto.
Intanto si era pure pensato di trasportare il cimitero in un’altra località, perchè fino allora occupava la piccola piazza davanti la facciata della chiesa.
Le pratiche di questo trasporto sono registrate negli anni 1791-92, e trovò sistemazione in un terreno distante duecento passi dalla chiesa, che fu benedetto il 27 giugno 1793.
Il primitivo cimitero fu conservato, per rispettare i defunti quii sepolti fino al 1840, quando ricevette la sistemazione di piazza, con gradini in pietra, eseguiti dallo scalpellino Rosazza.
Dal 1835, il cimitero ricevette l’odierna collocazione.
Il cimitero di Arro – Il cimitero di Arro sorgeva attorno alla chiesa, parte dove furono costruite la navata laterale e la cappella di San Giuseppe e parte dell’attuale piazzetta.
In chiesa ebbero sepoltura soltanto i parroci.
Nel 1830 il parroco scriveva: “ Non vi è sepoltura nella chiesa.
Vi è Cimitero attiguo alla chiesa parochiale, benedetto e si ignora da chi ed in quale anno.
E’ strettissimo ed assai insufficiente per la tumulazione dei cadaveri in maniera tale, che per necessità si debbono estrarli non ancora bene consumati, onde poter sepelire li nuovi cadaveri .
In mezzo vi è la Santa Croce.
Si tiene, per quanto si può mondo e ben custodito e circondato da mura di mediocre altezza…
Il parroco si sepelisce o in chiesa colla dovuta permissione vescovile, o sotto il pinnacolo.
Li fanciulli si sepelliscono alla rinfusa cogli altri cadaveri, attesa la grande strettezza e piccolezza del Cimitero, non potendosi lasciare luogo a parte per li fanciulli “.
Nel 1838 si scelse il sito su cui costruire il nuovo cimitero, una pezza di terra propria del beneficio parrocchiale di Arro.
Il parroco don Pietro Bartolomeo Calvino, vedendosi assottigliato tale beneficio, chiese una permuta di terreni al Comune di Salussola, e si convenne per un terreno comunale in regione Barazzetta.
Fu trasportato nella località odierna, a poche centinaia di metri dalla chiesa, nel 1839.
La facoltà vescovile di benedirlo fu concessa in data 12 aprile 1839.
Il maggiore incomodo, che ne derivò al parroco per accompagnare i cadaveri fino al nuovo cimitero, fu ricompensato con £. 25 annue, imposte dal Vescovo all’amministrazione parrocchiale.
Il cimitero di San Secondo – Nel 1836 in frazione San Secondo era sorta una nuova parrocchia, tanto che il Comune di Salussola scelse il sito per costruirvi il nuovo cimitero.
Fu scelta una pezza di terra, a vigna, in regione Barazzone, ma tale scelta non piacque ad alcuni cittadini, che inoltrarono protesta perchè venisse situtato a poca distanza dall’abitato.
Altri cittadini si dichiarono soddisfatti del luogo scelto, tuttavia presero in considerazione anche un’altra pezza in regione Casotto, ma demandando ai periti, quali dei due fosse stato il sito più idoneo sotto il profilo sanitaro.
Il cimitero sorse ad alcune centinaia di metri dalla chiesa.
Con decreto del 12 febbraio 1839 Monsignor Gio. Pietro Losana permetteva al parroco di benedirlo, ma a patto che fosse cinto da un muro di competente altezza, e che fosse “ riadattata la strada Comunale, che dalla Chiesa tende al medesimo “
In chiesa fu sepolto solo il primo arciprete, Don Lacchia Giuseppe, che morì il 25 aprile 1839.
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