Il pulpito più bello del Biellese
⫸ Il pulpito più bello del Biellese. [ Carlo Francesco Aureggio-Termine, Giuseppe Bernardo Barile e Carlo Francesco Mulatera 1711 – 1712 ] Il pulpito della pieve di santa Maria Assunta di Salussola, è da annoverarsi tra le più singolari e caratteristiche opere del genere esistenti nel Biellese. Fu eseguito nel 1711-1712 dallo scultore Carlo Francesco Aureggio-Termine, con l’aiuto del maestro Giuseppe Bernardo Barile, entrambi abitanti a Biella. Probabilmente il lavoro non fu eseguito nel tempo stabilito, novembre 1711, perché l’Aureggio sul pannello centrale pose la firma e la data dell’anno seguente: Carlo Franc.co Termine – 1712. La base è formata da quattro grandi altorilievi rappresentanti i dottori della chiesa, san Girolamo, san Gregorio Magno, sant’Agostino e sant’Ambrogio, con simboli e motivi ornamentali, che sorreggono a modo di cariatidi l’intera opera. Putti, angeli e cascate di fiori inquadrano i sette pannelli, che formano il corpo centrale, in cui l’artista canta le glorie della Madonna, con episodi del vecchio e nuovo Testamento, da Susanna e i vecchioni, al trasporto dell’arca, Saul, Salomone e Giuditta, l’Assunta, Mosè riceve che le tavole della legge ed Elia. E’ un lavoro che non lascia respiro per le molteplicità dei particolari e l’esuberanza degli ornamenti; però non si può non ammirare l’abilità tecnica dell’esecuzione e l’armonia dell’insieme. L’ accesso al pulpito è permesso da una scala lignea, con semi pilastri intagliati, mentre in alto è murato il baldacchino sormontato da cuspidi e gruppi di cherubini. Quasi sicuramente questo pulpito fu scolpito in alcune parti dallo scultore Carlo Francesco Mulatera, poiché esistono in Archivio Parrocchiale due ricevute di pagamenti rilasciate al detto scultore “ a conto delle fatture da me fatte… per d.a fatura del Pulpito che il Sig. Termine doveva dare ultimato fra tutto il mese di Novembre del anno mille sette cento undeci “.
Originariamente il pulpito era dotato di una croce, lignea, ora utilizzata nella zona del presbiterio della chiesa come croce d’altare.
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