Il settecentesco burnel

Il settecentesco burnel. Fin dall’alto medio evo, l’acqua arrivava all’interno del borgo di Salussola dalle sorgenti del Casetto o casotto di Prelle, attraverso a delle condotte costruite in laterizio fin dalla fonte.
Le prove sono in alcuni riaffioramenti in regione Montalbrino e in alcuni ritrovamenti casuali nel cantone Casazza e lungo l’asse della vecchia Strada Maestra, l’ultimo dei quali risale al 2007, quando durante i lavori di manutenzione alla rete fognaria, in Piazza Cesare Nani, fu rinvenuto un condotto laterizio dalla lunghezza di circa 57 cm. per un diametro di 13 cm. con evidenti residui di cocciopesto, usato per l’incastro tra l’uno e l’altro condotto.
Le polle d’acqua venivano convogliate all’interno di una vasca, racchiusa all’interno di un basso edificio, da questi il nome di casetto, che diede il nome anche alla regione.
In epoche successive, le acque venivano convogliate all’interno dei bornelli, che erano dei manufatti semilavorati di granito a forma di parallelepipedo, sui quali, con le attrezzature dell’epoca, veniva ricavato un mezzo tondo dal diametro interno di un’oncia.
Il manufatto veniva appoggiato all’interno di uno scavo, gli estremi avevano degli incastri maschio femmina che venivano sigillati, come pure le altri parti combacianti e poi coperti con tavelle o lastre di granito.
Dal Casetto di Prelle, la condotta lambiva il Montalbrino e il Lajasso, fino ad arrivare al sentiero dei Mazzucchi, e lo costeggiava fino alle porte del borgo.
Il vallo della collina, ricavato per farvi scorrere la strada che tende a Cerrione, veniva superato a mezzo di una porta o arco, dove sopra erano piazzati i bornelli.
Superato il vallo, la condotta entrava nella proprietà detta la ” Vigna del Principe “, e con molta probabilità l’acqua veniva raccolta in una cisterna, e da questa diramata nelle abitazioni, almeno quelle più abbienti.
I segni eloquenti di una cisterna d’acqua, che non è mai stata individuata, emersero durante i lavori stradali tra le Vie Principe di Carignano e Duca d’Aosta, per la fuoriuscita di acque limpide dal terreno, che non erano quelle dell’acquedotto.
Ma poiché a causa della guerra in corso ” l’acqua ha cessato il suo corso “, nel 1666, il Consiglio Comunale di Salussola ordinò di ” far fare un nuovo livello per la condotta dell’acqua “.
Ma l’opera non si realizzò subito perché mancavano i soldi.
Il sindaco riferiva: “ come questo luogo resta sprovvisto di acqua, cosa tanto necessaria al genere humano, senza la quale non si puol vivere “, e che gli antenati ” fecer correre l’acqua dalla fontana di Prelle per i bornelli in questo luogo ” ad uso e beneficio del popolo.
Fu per questo che nella seduta del 12 marzo 1676, il Consiglio Comunale, era sindaco Bernardino Giordanino, desiderando ripristinare l’opera, decise di chiamare il mastro Gaspare Cantone di Graglia.
Il mastro Gaspare accettò di operare secondo i dettami del Consiglio, purché la Comunità di Salussola gli procurasse tutto il necessario per i bornelli.
Gaspare Cantone non agì in autonomia ma si avvalse dell’opera del mastro Carlo Astrua.
La Comunità, fu tenuta a far abbattere tutte le piante che furono necessarie allo scavo per i bornelli, e il maestro farle a pezzi.
A ” far fare il cavo dove sarà il corso dell’acqua dall’occhio della fontana sino sotto il livello che dicesi fatto dal fu Alfonso Langosco “.
Alfonso Langosco nel maggio del 1667 presentò un’istanza alla Comunità per ” por fine al cavo del nuovo livello della fontana che pigliava l’acqua vicino alla cassine di Prelle “.
Con molta probabilità i lavori per il cavo avevano danneggiato le sue proprietà, per lamentarsi e chiederne la soppressione dei lavori, tanto che la Comunità di Salussola gli rimborsò 600 lire.
Al Gaspare Cantone, la Comunità dovette fornirgli una casa ” comoda ” per abitazione, sia per lui che per i suoi operai, ” con letto e utensili necessari “, e a condurre sul luogo i legnami necessari per il fuoco.
Il mastro era obbligato di forare i bornelli con ferri confacenti ,” il buco dei bornelli che sarà d’una oncia “, a collocarli ed aggiustarli.
La Comunità gli diede 30 soldi ogni trabucco (mt. 3,086), con acconti durante l’avanzamento dei lavori, e tre “ botalli ” di vino.
Finito il lavoro, il mastro Gaspare, si adoperò a proprie spese alla garanzia dell’opera per un anno.
L’opera sarebbe stata ultimata entro 15 mesi.
La data del 6 febbraio 1678 venne ritenuta importante dal Consiglio, poiché venne rilevato che ” si è data fine ” all’opera della fontana che scorre dalle cascine di Prelle a questo luogo nella piazza, per uso e beneficio pubblico.
Alcuni cittadini presentarono istanza affinché si potesse abbeverare il bestiame, ma il Consiglio deliberò che qualora si fosse verificato un qualche abuso, questo sarebbe stato penalizzato con una multa di 2 scudi d’oro.

I bornelli e il ” burnel “ – Non abbiamo conoscenza se l’acqua, oltre ad arrivare nelle case, arrivasse anche a qualche fonte pubblica, le informazioni di getti d’acqua pubblici sono solo di fine 1800, e se al posto dell’attuale fontana della piazza, che chiameremo ” burnel “, ve ne fosse un’altra.
Il progetto per la costruzione dell’attuale fontana è del 30 marzo 1756, e nella sua redazione, l’ingegnere Giovanni Castelli, cita che nel sito della fontana esisteva un antico recipiente dell’acqua, quindi si presume che vi fosse una fontana precedente.
Vent’anni dopo il progetto, il documento porta la data del 10 marzo 1776, si relaziona sul merito dell’avvenuta sostituzione dei bornelli e ai collaudi dei lavori effettuati, ma non è dato sapere se la condotta fu cambiata completamente o parzialmente.
E’ probabile che la condotta, sia stata distrutta in toto o in parte durante le incursioni e le occupazioni straniere. Dal documento: Essendo ultimata l’opera della derivazione dell’acqua della fontana denominata Casotto, sulla piazza ” di questo luogo a beneficio universale del medesimo “, secondo i dettami del signor intendente della provincia Conte Bottone di Bozzolo, con ricognizione da parte dell’architetto ” e macchinista ” Faldella che, alla presenza del segretario Mazzia della Comunità di Salussola e del sindaco e del signor Elia Gastaldo ” direttore di detta opera “, che ha presentato la relazione in merito, invia la suddetta relazione a chi di dovere.
Il signor Gastaldo dopo aver ” attentamente esaminati li bornelli e loro mettitura in opera ” ha rimarcato quanto segue:
1) ” si è riconosciuta la quantità dell’acqua somministrata dai bornelli (circa brente 56 per ogni ora):
2) si è riconosciuto in diversi luoghi fissure che nel tempo della visita non potevano produrre veruna sensibile diminuzione nel luogo di sua destinazione ” e si è indicato di ” otturare le fissure con mastice grasso di cervo e sunghia “, riempiendo inoltre, ” di buona terra grassa l’intervallo tra l’una e l’altra testa dei bornelli ove appare qualche umidità “;
3) ” in quanto alla positura dei bornelli e la loro fortezza la stimo sufficiente e capace del servizio che si vuole ricavare da tal genere di bornelli in modo che io credo di potere colaudare come colaudo la detta opera mediante le riparazioni suddette “.
Durante gli anni, i bornelli, lungo il loro percorso avranno avuto dei guasti o delle interruzioni causate o naturali, se nella seduta del Consiglio Comunale del 7 dicembre 1818 si trattò della loro manutenzione.
Dal documento: Dopo che si è provveduto alle riparazioni necessarie alla fontana e al bornello in modo che l’acqua vi scorra liberamente viene indetto un’ appalto ” per la manutenzione dell’acqua, come cosa necessarissima “.
Dal capitolato d’appalto redatto il 20 dicembre 1819:
1) L’appalto per la manutenzione dell’acqua inizierà il 1° giugno 1820 e terminerà il 31 dicembre 1825;
2) L’appaltatore dovrà due volte all’anno provvedere allo spurgo di tutti i canali che ” dal casotto della fontana conducono l’acqua al bornello “;
3) Ogni volta che si noterà una diminuzione di ” corso d’acqua ” l’appaltatore dovrà procedere alla visita di tutti i canali;
4) Sarà cura dell’appaltatore tenere sempre tutti i canali ben coperti ” acciò non si possi da veruno intorbidire l’acqua “;
5) Dovrà tenere ben saldati i canali e tubi che ” percorrono l’abitato affinché le acque non vadano a sperdersi e danneggino le fabbriche e i selciati delle strade “;
6) Sarà particolarmente obbligato a vigilare che i canali della fontana che passano sull’arco esistente al di sopra della strada ” che tende a Cerrione ” non lascino perdere alcuna quantità d’acqua.
Nel 1849 i bornelli dovevano essere nuovamente rovinati se il medico condotto Destefanis, incaricato di uno studio igienico sanitario su Salussola, scriverà che “ v’è anzi una sorgente di ottima qualità al Casetto, la quale scende nella parrocchia del Monte .
Nel suo tragitto entro canali mal custoditi e fra loro disgiunti cangia di proprietà, e si beve poi dall’abitante torbida ed insozzata non poche volte da ogni sorta di sudiciume “.
E solo nel 1882 si sentì la necessità di aumentare i getti d’acqua del ” burnel “, da uno a quattro, perchè furono fatte le dovute riparazioni.
Il ” burnel ” venne progettato e costruito con un solo getto d’acqua, ” … Il Consiglio Comunale riunito il 17 aprile 1882 deliberava di diramare tre nuovi getti dalla condotta della fontana bornello a maggiore comodità dell’intero abitato di questo capoluogo … ritenuta la necessità ed utilità delle progettate diramazioni e riconosciuta l’abbondanza d’acqua che si aumentò di molti colle nuove riparazioni … ”


blogger   claudio.circolari@salussola.net


 

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