La chiesa di san Rocco
⫸ La chiesa di san Rocco. L’oratorio di san Rocco, è situato presso la borgata la Bastìa, non lontano dalla sponda sinistra del torrente Elvo.
Ha origini votive risalenti al secolo XVI, quando fu costruito, quella zona era posta oltre il borgo di Salussola e la conformazione idrogeologica era ben diversa da quella con cui siamo abituati a vedere ora.
Lì, l’Elvo era diviso in tre rami e nei secoli di rotte e piene aveva formato una regione denominata “ isolone della Bastìa ” e si dipartivano le strade per Biella, Verrone e Massazza.
Nel 1606 era ancora una povera costruzione, senza volta e pavimento, con la facciata d’assi e i muri al rustico.
In un documento del 1619 si desume che i lavori siano stati già ultimati.
Verso il 1660 quest’oratorio fu ricostruito in forme più ampie e alla sua costruzione si lavorava ancora nel 1667.
Il movente che spinse gli abitanti della Bastia a ricostruire il loro oratorio va ricercato nel fatto che avevano intenzione di ottenere un cappellano per la Messa festiva.
La distanza dalla parrocchia non era molta, ma le piene dell’Elvo sovente impedivano l’adempimento del precetto festivo.
L’ottennero e alcuni generosi fondarono un piccolo beneficio formato da un campo e da un forno e tutti i frazionisti completavano lo stipendio del cappellano con libere offerte.
Questi dati sono desunti dalla Visita Pastorale del 1698.
La popolazione di Salussola nutrì sempre una gran venerazione verso san Rocco e non poche volte ricorse al suo patrocinio.
La Visita Pastorale del 1748 fa rilevare come quest’oratorio fosse assai ampio e provvisto di tutti i paramenti e suppellettili sacre.
Con l’erezione della nuova parrocchia di Vigellio nel 1748, l’oratorio di San Rocco passò alle dipendenze di questa e perse la cappellania.
Pur continuando ad essere governato dai priori del cantone, la sua amministrazione fu però unita a quella della parrocchia.
Tra gli oggetti sacri e i lavori eseguiti in questo periodo ricordiamo dodici candelieri, scolpiti da Pietro Antonio Serpentiere e argentati da Onofrio Tartara nel 1781, ora non più esistenti all’interno della chiesa, la costruzione del piccolo campanile, edificato dal maestro Giovanni Perazzone nel 1788 e la porta principale, eseguita sempre nel 1788, dal maestro Giacomo Mosca.
L’edificio si presenta ancora oggi in questa forma: ad un’unica navata, con un solo altare, più volte rifatto.
Degno di nota l’armadio per i paramenti, della fine del secolo XVII, scolpito in rilievo ad intarsio, purtroppo rubato.
Nel 2000, il priorato è ancora in vigore; la chiesa è officiata una volta l’anno per la festa del Santo, il 16 di agosto viene celebrata la Santa Messa dal parroco di santa Maria Assunta a cui fa seguito la processione lungo le vie del rione.
La Madonna col Bambino, San Rocco e un Santo Diacono
Merita di essere menzionata l’ancona di legno dorato dipinto nel XVII secolo, che conserva una pregevole tela della stessa epoca raffigurante la Madonna col Bambino, san Rocco e un Santo Diacono, probabilmente san Pietro Levita, tela attribuibile alla mano del maestro Anselmo Allasina.
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