La sbrecciatura della ciminiera del Brianco, forse causata da un fulmine
La sbrecciatura della ciminiera del Brianco, forse causata da un fulmine. Verso la fine degli anni del 1990, la sommità della ciminiera del Brianco dovette dire addio alle cicogne. Non ci fu più posto per la loro nidificazione, un fulmine sbrecciò e ridusse la parte terminale della ciminiera, tanto da rendere impossibile il basamento per un nido. Negli anni era divenuta un punto di riferimento per i grandi volatili, che avevano adottato, sistemando il loro nido sulla sua punta. La sommità del camino crollò, forse colpita da un fulmine durante un temporale. Per la verità l’abbandonarono l’anno prima, perché la parte finale si era rotta a causa dell’incuria, e non poteva più sostenere il nido, tanto che le cicogne dovettero ripiegare sui tralicci dell’ Enel, e su qualche torre meno alta a Vigellio alla cascina Moscona, e a Villanova Biellese. Fu un peccato, sia per la ciminiera, che era diventata un pezzo di storia, e sia per le cicogne, che si erano abituate a nidificarvi sopra. Chi transitava in auto sulla provinciale del Brianco, ogni primavera estate, poteva ammirare le cicogne con i loro piccoli, che a volte nidificavano anche due volte. Il periodo degli avvistamenti andava da primavera a fine settembre, poi gli animali volavano via, per svernare in una regione più calda. Restituire loro la ciminiera, fu cosa impossibile allora come oggi. La ciminiera un tempo serviva alla fornace del Brianco, che negli anni del 1930 produceva mattoni, che in seguito venne rilevata dal cavalier Silvio Sardi, che la fece diventare una falegnameria, e il camino non servì più a nulla. L’area, adesso, è in vendita, e benché la ciminiera abbia un notevole valore storico e archeologico industriale, non sarà mai sistemata, anzi è più probabile una sua demolizione. Ma oggi, come allora, le cicogne sono ritornate a nidificare al Brianco, trovando sulla sommità di un pilastro di un capannone, mai ultimato, il posto ideale per allevare la loro prole.
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