L’uomo che suonava le campane con le mani e con le gambe
L’uomo che suonava le campane con le mani e con le gambe. Il campanaro si chiamava Giuseppe Garone, ed era un figlio d’arte, perché anche il padre Domenico, per 65 anni, diede voce alle campane della chiesa di santa Maria Assunta. A quei tempi la quotidianità di un paese era scandita dal suono delle campane; indicavano le ore, le nascite e le morti, e ancora prima indicavano l’imminente apertura e chiusura delle porte urbiche del borgo. Al mattino il signor Garone si alzava presto per suonare il Pater; le campane segnavano l’inizio delle lezioni scolastiche, il mezzogiorno, la ripresa pomeridiana della scuola, i brutti temporali, e alla sera l’Ave Maria. E accadeva per il resto della vita del paese, nel bene e nel male. Il campanaro era il primo a sapere ogni genere di notizia, e a trasmetterla agli altri attraverso le sue campane. Suonava la passata quando qualcuno lasciava la vita terrena, e suonava i rintocchi a morto invitando i paesani a pregare per il defunto. Suonava per gli eventi gioiosi, le messe, le nascite, i matrimoni, le comunioni, le cresime; e suonò anche l’inizio e la fine della seconda guerra mondiale. Quando smise di suonare era diventato completamente sordo; allora non si usavano i moderni dispositivi di protezione. Il signor Garone sapeva suonare le campane sia al pian terreno del campanile, che nella cella campanaria. Legava alle braccia ed alle gambe le corde di ogni campana, e iniziava il concerto. Poi nel 1952 il suono delle campane venne elettromeccanizzato e tutto finì.
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